L’eco delle trivelle

Da una parte lo sfruttamento delle energie di origine fossile, come il carbone e il petrolio, forti propulsori dell’economia mondiale degli ultimi due secoli; dall’altra parte della staccionata, invece, il discorso delle fonti rinnovabili, basato sulla concezione di un’economia più responsabile e molto meno speculativa.

 

L’accelerazione alla corsa allo sfruttamento degli idrocarburi dettata dal New Deal renziano, è a nostro avviso la più anacronistica delle trovate del Governo per dare slancio alle politiche energetiche. Con il Decreto legge “Sblocca Italia”, convertito in legge, all’art. 38 lo Stato si arroga il diritto di prendere decisioni in materia di politica energetica nazionale, ed in particolare sulle concessioni petrolifere. Se fino a ieri queste erano in seno alle regioni, ora lo Stato dovrà regolarsi “d’intesa con le regioni interessate”. Si attua così un passaggio di poteri dalle Regioni allo Stato. Tali azioni hanno radici ben più lontane, già con i precedenti governi. E riguardano l’annoso contrasto che vede da una parte lo sfruttamento delle energie di origine fossile, come il carbone e il petrolio, forti propulsori dell’economia mondiale degli ultimi due secoli, dal profondo valore politico; dall’altra parte della staccionata si estende, invece, il discorso delle fonti rinnovabili, basato sulla concezione di un’economia più responsabile e molto meno speculativa. 

Considerando il territorio italiano, la cui bellezza è, però, contrapposta da una fondamentale problematicità dovuta alla sua particolare morfologia (siamo un paese ad alto rischio sismico); considerando, soprattutto, gli sforzi attuati dalla società civile in vista del raggiungimento di un modus vivendi più sostenibile e che ci consenta di conservare e proteggere noi stessi e il contesto in cui viviamo, tali politiche energetiche potrebbero benissimo essere implementate dando maggior sostegno alle energie rinnovabili, invece di affidarsi ancora, come un secolo fa, alle riserve fossili, che tanti disastri ambientali hanno causato e continuano a causare. Una domanda potrebbe essere : “E’ l’Italia in quanto nazione e, quindi, in quanto popolo capace di uscire dal circolo vizioso generato dallo sfruttamento delle fonti fossili, riflesso di un modo di vita orientato verso particolari interessi in cui domina l’intreccio tra la politica di mala fede e la più viscida speculazione economica, e volgere lo sguardo alle fonti rinnovabili, ‘rinnovare’ se stessa e improntare il governo e la vita di un Paese verso una reale assunzione di responsabilità nei confronti della comunità/società in cui individui e ambiente si conservano e difendono a vicenda?”

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