Le regioni deliberino subito un referendum per bloccare le istanze per progetti “petrolieri” entro le 12 miglia marine

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato congiunto del Coordinamento Nazionale No Triv e dell’Associazione onlus “A Sud” riguardante il bisogno immediato di un’azione di coordinamento tra le Regioni che conduca all’attivazione di un Tavolo permanente di confronto e approfondimento al fine di promuovere un’azione istituzionale congiunta per la delibera di un referendum di abrogazione dell’Art. 35 (Disposizioni in materia di ricerca ed estrazione di idrocarburi) del “Decreto Sviluppo”.
Di seguito il testo del comunicato e, in allegato, il testo della richiesta referendaria.

COMUNICATO STAMPA DEL 6 LUGLIO 2015

Laddove numerose proposte di legge hanno fallito riuscirà il voto dei cittadini! Per questo abbiamo chiesto formalmente ai Governatori ed ai Presidenti dei Consigli di tutte le Regioni, di richiedere l’indizione di un referendum abrogativo che metta finalmente fine alla vergognosa “sanatoria” per nuove trivelle in mare, in prossimità delle coste italiane, voluta dal Governo Monti nel 2012.

Occorre far presto: è necessario che la richiesta referendaria venga depositata entro il prossimo 30 settembre, affinché si possa andare al voto nella primavera del 2016, altrimenti i procedimenti per progetti “petroliferi” riavviati dall’art. 35 del “Decreto Sviluppo” arriveranno rapidamente a conclusione, anche grazie all’accelerazione impressa dallo “Sblocca Italia”.

Con il “Decreto Prestigiacomo”, nel 2010, molte richieste presentate dai petrolieri, al fine di ottenere permessi o concessioni, vennero di fatto bloccate. Il decreto legislativo n. 128/2010, firmato dall’allora Ministro per l’Ambiente Stefania Prestigiacomo, infatti, aveva previsto distanze minime tra la costa e le aree d’attività pari a 5 miglia marine ovunque ed a 12 miglia in presenza di un’area marina o costiera protetta inibendo, così, parte delle ambizioni industriali per quei gruppi “Oil & Gas” interessati a progetti estrattivi prossimi alle coste nazionali.

Nel 2012, poi, il “Decreto Sviluppo” ha ampliato il divieto di esercizio delle attività “petrolifere” estendendolo, per tutta la fascia costiera italiana alle 12 miglia marine, ma stabilendo – tuttavia – che tale divieto non dovesse riguardare i procedimenti “bloccati” nel 2010 dal “Decreto Prestigiacomo”. 

Il risultato paradossale che ne è seguito è che, in questo modo, se da un lato si è vietato l’esercizio delle attività entro le 12 miglia marine “per il futuro”, dall’altro si è consentita la possibilità di conclusione dell’iter per tutte le istanze già presentate. In altre parole, il “Decreto Sviluppo” introduceva una sorta di “sanatoria”.  

I progetti “sanati” dal “Decreto Sviluppo” e prossimi a trasformarsi in permessi di ricerca e coltivazione di gas e petrolio interessano soprattutto il Canale di Sicilia, il Mar Ionio e l’intero Mare Adriatico, dal Salento fino al Delta del Po;

a titolo esemplificativo:

Istanze di Concessione di Coltivazione in Mare

Nome Società Area (kmq) Localizzazione Interferenza con aree interdette ex D. Lvo 128/2010 
d 1 G.C-.AG Eni – Edison 171,7 A sud di Pantelleria Totale
d 2 G.C-.AG Eni – Edison 142,6 Canale Sicilia Parziale
d 6 F.C-.AG Eni 76,69 Mar Jonio, Calabria Totale
d 23 A.C-.AG Agip 58,32 Mare Adriatico Veneto  Parziale
d 26 B.C-.AG Eni 58,48 Mare Adriatico Abruzzo Parziale
d 30 B.C-.MD RockHopper Italia 109,2 Mare Adriatico Abruzzo Totale
d 39 A.C-.EA Eni 103,6 Mare Adriatico Emilia-Romagna Parziale

 

Istanze di Permesso di Ricerca in Mare

Nome Società Localizzazione Interferenza con aree interdette ex D. Lvo 128/2010
d 29 G.R-.NP Northern Petroleum Ltd – Petroceltic Italia Canale di Sicilia Parziale
d 30 G.R-.NP Northern Petroleum Ltd Canale di Sicilia Parziale
d 33 G.R-.AG Eni – Edison Canale di Sicilia Parziale
d 59 F.R-.NP Northern Petroleum Ltd Mar Jonio, Calabria Parziale
d 61 F.R-.NP Northern Petroleum Ltd Mare Adriatico, Puglia Parziale
d 67 F.R-.AG Eni Mar Jonio, Golfo di Taranto Totale
d 68 F.R-.TU Transunion Petroleum Italia – Nautical Petroleum Mar Jonio, Golfo di Taranto, Basilicata e Calabria Totale
d 73 F.R-.SH Shell Italia EP Mar Jonio, Golfo di Taranto, Basilicata e Calabria Totale
d 74 F.R-.SH Shell Italia EP Mar Jonio, Golfo di Taranto, Calabria Totale
d 148 D.R-.CS Apennine Energy Mar Jonio, Golfo di Taranto, Basilicata Totale
d 149 D.R-.NP Northern Petroleum Ltd Mare Adriatico, Puglia Parziale
d 151 D.R-.EL Petroceltic Italia Mar Jonio, Golfo di Taranto, Calabria Parziale
d 168 A.R-.PV Po Valley Operat.Pty Limited Mare Adriatico, Delta del Po Parziale
d 358 C.R-.EL Northern Petroleum Ltd – Petroceltic Italia Canale di Sicilia Parziale
d 361 C.R-.TU Transunion Petroleum Italia – Nautical Petroleum Canale di Sicilia Parziale
d 363 C.R-.AX Audax Energy Canale di Sicilia Parziale
d 494 B.R-.EL Petroceltic Italia Mare Adriatico, Abruzzo Parziale

Gi effetti delle attività previste nei progetti sopra richiamati saranno tali da produrre sconvolgimenti irreversibili in termini sì ambientali, ma anche sociali ed economici, rispetto ai quali le istituzioni – e le Regioni in particolare – non possono restare inerti. 

Il Coordinamento Nazionale No Triv e l’Associazione A Sud chiedono che le Regioni, quindi, si coordinino tra loro attivando prontamente un Tavolo permanente di confronto ed approfondimento e promuovano un’azione istituzionale congiunta per la delibera di un referendum d’abrogazione dell’art 35 del “Decreto Sviluppo”.

La necessità di un intervento è immediata; a tal fine abbiamo recapitato ai Governatori ed ai Presidenti dei Consigli di tutte le Regioni italiane la nostra proposta referendaria e l’analisi delle disposizioni che potrebbero essere sottoposte ad abrogazione. 

 

 

Roma, li 6 luglio 2015

Coordinamento Nazionale No Triv

Associazione A Sud

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